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"Guarda l'uccellino" è una raccolta di quattordici racconti inediti, scritti quando Vonnegut era all'inizio di una carriera che lo avrebbe fatto diventare uno dei più popolari autori americani e aveva appena cominciato a trovare la sua voce. Quattordici racconti che, nel rispetto della sua regola numero uno: "Non sprecare il tempo del lettore", spaziano dal romantico al drammatico, dal giallo alla fantascienza. In comune hanno che sono tutti molto divertenti. Da "Confido", la storia di un tecnico di apparecchi acustici che inventa una macchinetta che ti capisce e alla quale puoi confidare i tuoi pensieri e sentirti meno solo, a "Gridalo dai tetti", dove una casalinga qualunque, moglie di un insegnante qualunque, scrive un bestseller che la fa diventare ricca ma le inimica i vicini e le rovina la vita. Oppure "Fubar", sigla che significa "incasinato oltre ogni limite": è questa la condizione umana dell'addetto alle pr di una grossa società, dimenticato nell'angolo di uno scantinato e lasciato là a intristire fino all'arrivo di nuova dattilografa-segretaria. E ancora: una parodia sul quoziente di intelligenza, confuso dai ragazzi di una scuola con il peso corporeo delle persone, o il racconto che ci svela che un tagliacarte non è affatto un tagliacarte ma una piccolissima astronave con a bordo sei microscopici passeggeri.